Coralia Pignatelli (weimax.com) |
Sono cose che si sanno. O meglio, si intuiscono bevuta dopo bevuta, stagione dopo stagione. Il sangiovese, come altri vini, cambia e muta, non solo nel bicchiere, non solo anno dopo anno, non solo nel passaggio dal legno a bottiglia. Muta in maniera ricorrente anche con i passaggi stagionali, dall'autunno all'inverno, in particolare. D'inverno si fa timido, freddoloso, svogliato, casalingo. Si fa lunghi sonni e gli aromi della nostra terra si fanno sogno ma non si sentono più, rintanati in un cantuccio, a tremare e a sperare di ritrovare una giusta temperatura.
Ne parlavamo con la principessa Coralia Pignatelli di Castell'in Villa, donna piacevolissima, di gran polso e insieme di fine sensibilità. Nel sangiovese questo è certamente più vero, più verificabile, non fosse altro perchè quello è il vino che scalda i nostri inverni. Va presa ogni minima accortezza per evitare sbalzi termici improvvisi. La bottiglia coricata in cantina va ridestata e lasciata che ritrovi la sua temperatura, in piedi, come fosse un bimbo piccolo che ha dormito troppo e ha i brividi. Una volta tenuta a temperatura di casa, per qualche giorno, la nostra bottiglia ritroverà i suoi inconfondibili aromi, i profumi, la terra toscana.
La fretta si sa, è cattiva consigliera. E' capitato di stappare bottiglie gelide, appena uscite dalla cantina. E, purtroppo, abbiamo constatato quanto una cattiva temperatura di servizio possa influenzare negativamente un assaggio. Voglio fare un interessante esperimento, aprendo più bottiglie dello stesso vino, a temperature diverse: freddissimo; freddo; sotto temperatura di servizio; alla temperatura di servizio; più caldo e caldissimo. Sarà interesante dare voce a chi vorrà esserci, per valutare le preferenze di ognuno e se c'è uniformità di giudizio. Magari scopriremo che anche lì, come sempre, tutto tende a diventare soggettivo e che lo scientifico concetto di media statistica si scontra con le mille sfaccettature della realtà...
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